CERERE FERDINANDEALa scoperta del primo asteroide (oggi pianeta nano) nelle collezioni storiche dell'Osservatorio di Palermo |
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La Scoperta della "nuova stella" Il XVIII secolo e' caratterizzato, nel campo della ricerca astronomica, dallo sviluppo dell'astrometria. E' il secolo dei cataloghi stellari e della scoperta di fenomeni come l’aberrazione della luce (1726) e la nutazione dell’asse terrestre (1740). E' anche il secolo del trionfo della meccanica celeste, della costruzione del mondo di Pierre Simon de Laplace: l'attenzione degli astronomi sembra puntare verso una descrizione, la piu' completa possibile, dell'universo osservabile. La scoperta di Urano, il primo pianeta "telescopico", avvenuta nel 1781 da parte di William Herschel, oltre ad aggiungere un settimo pianeta al sistema solare, costitui' una formidabile conferma alla legge empirica di Titius-Bode (1768), che ben descriveva la progressione della distanza dal Sole dei pianeti fino allora conosciuti. Vi era tuttavia una lacuna tra Marte e Giove, laddove questa legge prevedeva l'esistenza di un pianeta. Per impulso di Johann Elert Bode, un gruppo di astronomi tedeschi decise di costituire a Lilienthal nel 1800 una societa' scientifica che effettuasse una campagna di osservazioni delle stelle della fascia zodiacale, ripartita tra 24 osservatori, per trovare il pianeta mancante. La Societa' di Lilienthal, presieduta dall’astronomo Johann Hieronymus Schröter, aveva come segretario il barone Franz Xaver von Zach, uno dei piu' convinti assertori dell'esistenza del pianeta mancante. Tra gli astronomi invitati a far parte della societa' vi era anche Giuseppe Piazzi, cui pero' l’invito non pervenne, perche' non si fece in tempo. A pochi mesi dalla costituzione della società, infatti, Piazzi, impegnato nella redazione del suo catalogo stellare, si imbatteva nel tanto ricercato pianeta: ... la sera del 1 Gennajo dell'anno corrente [1801], [vidi che la stella che stavo osservando] era preceduta da un'altra, che secondo il mio costume volli osservare ancora [...]. La sua luce era un poco debole, e del colore di Giove, ma simile a molte altre, che generalmente vengono collocate nell'ottava classe rispetto alla loro grandezza. Non mi nacque quindi alcun dubbio sulla di lei natura. La sera del 2 replicai le mie osservazioni, ed avendo ritrovato, che non corrispondeva[no] [le coordinate] dubitai sulle prime di qualche errore nell'osservazione precedente: concepii in seguito non leggiero sospetto, che forse esser potesse un nuovo Astro. La sera del 3 il mio sospetto divenne certezza, essendomi assicurato, che essa non era Stella fissa. Il 24 gennaio 1801 Piazzi decise di mettere al corrente della sua scoperta l’amico Barnaba Oriani, al quale indico' la posizione del nuovo astro, aggiungendo: Io ho annunziato questa stella come cometa, ma il non essere essa accompagnata da alcuna nebulosita', e piu' il suo movimento cosi' lento e piuttosto uniforme, mi ha fatto cadere nell’animo che forse possa essere qualcosa di meglio di una cometa. Questa congettura pero' mi guarderei bene di avanzarla al pubblico. La decisione di Piazzi di non divulgare i dati, dettata da eccessiva prudenza, gli si ritorcera' contro, attirandogli le critiche della comunita' astronomica. Piazzi infatti a fine febbraio, per varie ragioni, non fu piu' in grado di osservare l’astro. Nel frattempo esso si era tanto avvicinato al Sole da non essere piu' osservabile, “perdendosi” quindi, prima ancora di essere osservato da altri. |