CERERE FERDINANDEALa scoperta del primo asteroide (oggi pianeta nano) nelle collezioni storiche dell'Osservatorio di Palermo |
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Giuseppe Piazzi e l'Osservatorio di Palermo Nel 1786 il matematico teatino Giuseppe Piazzi era stato chiamato a ricoprire la cattedra di Astronomia nella nascente Accademia dei Regj Studi di Palermo pur non avendo una particolare esperienza nella pratica della disciplina. Il vicere' di Sicilia, Francesco D’Aquino, principe di Caramanico, riformista illuminato, voleva promuovere lo sviluppo delle scienze in Sicilia ed ottenne che alla cattedra di astronomia fosse associato un Osservatorio Astronomico. Si attivo' quindi per fornire a Piazzi i mezzi e gli appoggi necessari in vista del compito affidatogli, quello cioe' di costruire, allestire e dirigere il nuovo Osservatorio. Grazie soprattutto ad un lungo viaggio preparatorio in Francia ed Inghilterra, negli anni 1787-1789, Piazzi ebbe modo di entrare in relazione coi principali astronomi dell'epoca, quali Jerome de Lalande e Jean-Baptiste Delambre a Parigi, Nevil Maskelyne e William Herschel a Londra e discutere con loro sulla migliore strumentazione per il nuovo osservatorio e sul programma scientifico da svolgere. Riusci' cosi' ad acquistare pregevoli strumenti e telescopi all’avanguardia, come il celebre Cerchio di Ramsden, specificamente progettato per ricerche astrometriche. Con questo gioiello della tecnologia dell’epoca, Piazzi intendeva infatti avviare un ambizioso programma di revisione dei cataloghi stellari esistenti. Una volta tornato a Palermo, Piazzi scelse la cima della Torre Pisana del Palazzo Reale come luogo migliore dove edificare l’Osservatorio, poiche' essa possedeva i requisiti richiesti di solidita', stabilita' ed elevazione. Il re Ferdinando I di Borbone concesse il permesso e nel 1790 firmo' il decreto di fondazione dell’Osservatorio. Piazzi inizio' cosi' a lavorare alla realizzazione di un ampio catalogo di posizioni stellari basato su di un metodo molto meticoloso che consisteva nella osservazione ripetuta in giorni diversi della stessa stella. La scoperta di Cerere fu, di fatto, un sottoprodotto del lavoro del catalogo, come riconobbe lo stesso Piazzi: ... se io non fossi nell’uso di osservare la stessa stella, quattro, cinque, sei volte, e piu' ancora, non avrei certamente scoperto questa mia. (Piazzi, 1802). Tuttora l’Osservatorio di Palermo conserva la sua ubicazione originaria sulla torre pisana di Palazzo dei Normanni, svolgendo la propria attivita' di ricerca come struttura dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) in collaborazione con il Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Universita' di Palermo. La permanenza prolungata negli stessi luoghi ha tra l’altro permesso all’Osservatorio di mantenere larga parte del suo ricco patrimonio storico, curando, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, la conservazione, il restauro e la valorizzazione di questi beni. |