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CERERE FERDINANDEA

La scoperta del primo asteroide (oggi pianeta nano) nelle collezioni storiche dell'Osservatorio di Palermo
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LA MOSTRACATALOGOPRENOTAZIONIDOVE SIAMO
La "caccia" al nuovo astro

osservatorio anticoLa scoperta della “cometa” intanto era stata diffusa dai giornali e l’astronomo Jerome de
Lalande da Parigi chiese a Piazzi i dati delle sue osservazioni e li trasmise ad un suo allievo,
Jean Charles Burckhardt, perche' calcolasse gli elementi orbitali: il giovane
matematico si accorse subito che i dati non erano compatibili con l’orbita di una cometa e
che invece si accordavano meglio con un’orbita circolare, anzi tento' persino di calcolarne
una ellittica, ma con difficolta', perche' i dati di Piazzi erano troppo ravvicinati.
Intanto Oriani, che aveva ricevuto la lettera di Piazzi con l'annuncio della scoperta, si affretto'
a comunicare la notizia al barone von Zach, segretario della Societa' di Lilienthal:

Ricevo proprio ora una lettera da Palermo di Piazzi contenente una comunicazione che
merita la massima attenzione da parte sua e di tutti gli astronomi. Egli scrive di avere osservato
il primo gennaio 1801 nella spalla del Toro una stella di grandezza tra 8 e 9. […]
Scrive inoltre di avere annunciato inizialmente questa stella come cometa e solo quando
l'aveva osservato costantemente senza nebulosita' e con un moto molto lento, era piu' volte
giunto all'idea e al sospetto che potesse essere effettivamente un pianeta.[…] nell'ipotesi
di orbita circolare, ho trovato che la sua distanza dal sole dev'essere pari a tre semidiametri
dell'orbita terrestre, per cui questo astro potrebbe essere benissimo un nuovo
pianeta la cui orbita si troverebbe tra quella di Giove e quella di Marte.

La notizia era ormai sulla bocca di tutti, diversi astronomi erano impegnati nel calcolo
degli elementi orbitali, ma Piazzi continuava a non pubblicare i suoi dati, che avrebbero
consentito un calcolo piu' preciso; diventava quindi difficilissimo confermare la scoperta,
essendosi ormai l’astro “perduto” tra le altre stelle.
Solo alla fine di luglio Piazzi rese pubblica la serie delle osservazioni da lui condotte dal 1
gennaio all’11 febbraio 1801 e dava ufficialmente alla “nuova stella” il nome di Cerere
Ferdinandea: un omaggio nei confronti della Sicilia e del suo sovrano.
Per ritrovare l’astro, era quindi indispensabile calcolare un’orbita ellittica che si adattasse
alle osservazioni di Piazzi, in modo da ricavare la posizione del pianeta. Si trattava di un
problema matematico di non facile soluzione, all'epoca, date le poche osservazioni disponibili
e la piccolezza dell’arco percorso. Ed e' qui che si incontrano le “orbite” di Piazzi
e del giovanissimo matematico Carl Friedrich Gauss, all'epoca appena ventiquattrenne.
Questi infatti colse l’occasione per applicare alcuni metodi matematici che poi perfezionera'
nel suo celebre trattato Theoria motus corporum coelestium nel 1809, quando avra'
messo a punto quello che poi sara' noto come “metodo dei minimi quadrati”.
La sera del 7 dicembre 1801, infatti, grazie ai parametri orbitali ottenuti da Gauss, von
Zach per primo riusci' a riosservare Cerere, seguito da Olbers, che la ritrovo' il 1 gennaio
seguente e da Bode, che la osservo' il 15 gennaio: nel febbraio 1802 Cerere fu osservata
anche a Parigi da Mechain e Delambre. Grazie agli elementi di Gauss, anche Piazzi riuscira'
finalmente a riosservare Cerere il 23 febbraio 1802: la “fuggitiva” era stata riacciuffata
e la scoperta finalmente confermata.